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Editoriale Il Cacciatore italiano n. 1/2024

Un appuntamento da non disertare

Quando leggerete queste mie riflessioni mancherà poco alle Elezioni Europee, fissate per i primi giorni di giugno. Nella ormai tristemente consolidata distanza instauratasi fra elettori e urne, la disaffezione per l’appuntamento destinato al rinnovo dei rappresentanti al Parlamento Europeo sembra ancora più marcata. Nei miei quotidiani contatti con i cacciatori sento lamentare continuamente l’insoddisfazione per quanto l’Europa decide sui temi che ci stanno a cuore. Eppure, non è certo non andando a votare che cambieranno le politiche europee su ambiente, gestione faunistica, normative venatorie, tutela degli animali, agricoltura e transizione ecologica. Anzi, l’astensione favorisce coloro che hanno capito che nel nostro Paese è più semplice ottenere alcune cose approfittando dei passaggi burocratici ai tavoli e nelle commissioni europee. Il mondo venatorio non deve essere estraneo a questo processo decisionale o limitarsi a esserne spettatore passivo. È necessario che ci rappresentino interlocutori credibili, preparati e attenti. Come ho avuto modo di ripetere spesso, non abbiamo bisogno di tifosi nella classe politica, né dobbiamo essere necessariamente rappresentati da qualcuno che condivide la nostra stessa passione. Importante è che chi è chiamato a esprimersi su temi di carattere ambientale e faunistico lo faccia in modo laico, non condizionato dall’emotività o, peggio, dalla cieca ideologia. Al “muro contro muro” Federcaccia antepone la carta della sostenibilità delle proprie richieste e del dimostrare con i fatti le proprie ragioni, ma è necessario che l’interlocutore sia aperto al confronto. Chiediamo rispetto e ascolto, non regali e concessioni. Federcaccia è apartitica, ma non è apolitica. Il dialogo e il confronto lo cerchiamo ogni giorno con i rappresentanti di tutto l’arco parlamentare. Non è un mistero però che oltre ai singoli e alle loro - legittime anche se non le condividiamo - convinzioni personali nei diversi schieramenti, ci sono intere forze politiche che hanno ripetutamente espresso aperta ostilità alla caccia. Non c’è bisogno di indicarli, perché sono ben noti. Ugualmente non vogliamo e non possiamo darvi indicazioni di voto. Per più motivi, anche legati al nostro sistema elettorale, non lo riteniamo opportuno. Ognuno voterà secondo le proprie idee e, fortunatamente, in piena libertà, dando priorità alle questioni che gli stanno a cuore. Ma il richiamo al dovere oltre che al sacrosanto diritto del voto voglio farlo. Come cittadino e come presidente Federcaccia. È fondamentale andare alle urne ed esprimere le proprie preferenze, attenti a quei candidati che sappiamo essere vicini. Disertarle rafforzerà solo chi ci avversa, sempre ben compatto in queste occasioni. È importante che chi andrà ad amministrare l’Europa nei prossimi anni riconosca alla nostra attività il ruolo sociale, economico e gestionale che possiede. La caccia è gestione della fauna, presidio dei territori, mantenimento di aree altrimenti abbandonate, supporto e vita di tanti piccoli centri rurali, volano di economia e posti di lavoro, insostituibile aiuto per gli agricoltori, ma è anche un valore immateriale fatto di cultura, passione, tradizioni, rispetto, volontariato… Non lasciamo scegliere agli altri chi ci rappresenterà. Facciamo centro anche in cabina elettorale.

Massimo Buconi

Marsh